Spostamenti casa-lavoro: cosa devono fare le imprese entro novembre 2021
Con il decreto interministeriale n. 209 del 4 agosto 2021, che adotta le linee guida per la redazione del piano di mobilità per gli spostamenti casa-lavoro dei lavoratori impiegati da datori di lavoro pubblici e privati che superano i 100 dipendenti, si aggiunge un tassello al programma di sviluppo e valorizzazione delle politiche di mobilità urbana sostenibile. Le linee guida prevedono numerose misure che, a titolo esemplificativo, possono essere adottate (in fase di prima applicazione entro il 23 novembre 2021) per favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale. Quali sono? Anche il Fisco potrebbe aiutare, vediamo come;
Sono pronte le linee guida per la redazione del piano di mobilità sostenibile per gli spostamenti casa-lavorodei lavoratori impiegati da datori di lavoro pubblici e privati che superano i 100 dipendenti.
Con il decreto interministeriale n. 209 del 4 agosto 2021 adottato dal Ministero per la Transizione ecologica e dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili si aggiunge un tassello al programma di sviluppo e valorizzazione delle politiche di mobilità urbana sostenibile già avviato dal Mims con l’adozione delle Linee guida per la redazione di Piani Urbani di Mobilità sostenibile .
L’art. 229, comma 4, del D.L. 19 maggio 2020, n. 34 (convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77) prevede che al fine di favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale, le imprese e le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, D.Lgs. n. 165/2001, con singole unità locali con più di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia ovvero in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti adottino, entro il 31 dicembre di ogni anno, un Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro del proprio personale dipendente finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale, nominando, a tal fine, un mobility manager con funzioni di supporto professionale continuativo alle attività di decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile.
Ai fini della verifica della soglia dei 100 dipendenti si computano anche i lavoratori che, seppure dipendenti di altri enti o imprese, operano stabilmente o con presenza continuativa, presso l’unità considerata con contratti di appalto di servizi, distacco, comando, somministrazione o altro.
Ruolo del mobility manager
Con il decreto interministeriale n. 179 del 12 maggio 2021, sottoscritto dal Ministro della Transizione Ecologica di concerto con il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, è stata data attuazione alla norma sopra richiamata, definendo le figure, le funzioni e i requisiti dei mobility manager aziendali e dei mobility manager d’area e indicando sommariamente i contenuti, le finalità e le modalità di adozione e aggiornamento del “Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro – PSCL”.
Il Piano è finalizzato alla riduzione del traffico veicolare privato e individua le misure utili a orientare gli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente verso forme di mobilità sostenibile alternative all’uso individuale del veicolo privato a motore, sulla base dell’analisi degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, delle loro esigenze di mobilità e dello stato dell’offerta di trasporto presente nel territorio interessato. Il PSCL definisce, altresì, i benefici conseguibili con l’attuazione delle misure in esso previste, valutando i vantaggi sia per i dipendenti coinvolti, in termini di tempi di spostamento, costi di trasporto e comfort di trasporto, sia per l’impresa o la pubblica amministrazione che lo adotta, in termini economici e di produttività, nonché per la collettività, in termini ambientali, sociali ed economici.
Il mobility manager ha funzioni di supporto professionale continuativo alle attività di decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali di mobilità sostenibile. Rientra fra i suoi compiti quello di collaborare all’adozione del piano di mobilità sostenibile, alla realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone, al fine di consentire la riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare nelle aree urbane e metropolitane, tramite l’attuazione di interventi di mobilità sostenibile. Per le pubbliche amministrazioni tale figura é scelta tra il personale in ruolo.
Linee guida per la redazione di Piani Urbani di Mobilità sostenibile
Secondo le “linee-guida” allegate al D.I. del 4 agosto 2021 sono numerose le misure che, a titolo esemplificativo, possono essere adottate per conseguire le finalità che la disposizione si pone:
a) disincentivare l’uso individuale dell’auto privata: con l’introduzione di un servizio di navetta aziendale e di auto aziendali su prenotazione, la razionalizzazione nell’uso dei parcheggi auto/moto interni, favorendo l’uso di mezzi condivisi, la tariffazione delle aree di sosta aziendali, la predisposizione di parcheggi aziendali gratuiti per i dipendenti che condividono l’auto, la creazione di app e/o spazi dedicati su intranet per la gestione del carpooling aziendale, l’istituzione di “buoni mobilità” da destinare ai dipendenti che si recano in ufficio utilizzando forme di mobilità sostenibile alternative all’uso dell’autovettura privata;
b) favorire l’uso del trasporto pubblico: attraverso la richiesta di miglioramento delle linee TPL che effettuano servizio nei pressi dell’azienda, la richiesta di nuove linee o nuove fermate di collegamento tra i principali snodi del TPL e la sede dell’azienda, convenzioni con le aziende di TPL al fine di fornire abbonamenti gratuiti o a prezzi agevolati per i dipendenti;
c) favorire la mobilità ciclabile e o la micromobilità: attraverso la realizzazione di stalli per biciclette custoditi e/o videosorvegliati, di spazi dedicati ai monopattini elettrici, di stazioni di ricarica elettrica per e-bike e monopattini, la realizzazione di spogliatoi con docce per i dipendenti, acquisto di bici aziendali per utilizzo su prenotazione, convenzioni con aziende di bikesharing e micromobilità condivisa al fine di fornire servizi di bikesharing o micromobilità condivisa dedicati o a prezzi agevolati per i dipendenti;
d) ridurre la domanda di mobilità: con la redazione di un piano per favorire lo smart working o per favorire il co-working in sedi di prossimità a residenze/domicili dei dipendenti;
e) ulteriori misure: ad esempio con iniziative che favoriscano la sensibilizzazione dei dipendenti sui temi della mobilità sostenibile, corsi di formazione per i dipendenti, incentivi all’utilizzo di app per il monitoraggio degli spostamenti, richieste di interventi di messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali/ciclabili in prossimità degli accessi alle sedi aziendali, etc.
Il Fisco potrebbe aiutare. Si ricorda, in tal senso, che la lettera d-bis) del comma 2 dell’art. 51 TUIR esclude dal reddito imponibile di lavoro subordinato le somme erogate o rimborsate alla generalità o a categorie di dipendenti dal datore di lavoro o le spese da quest’ultimo direttamente sostenute, volontariamente o in conformità a disposizioni di contratto, di accordo o di regolamento aziendale, per l’acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale del dipendente e dei familiari indicati nell’art. 12 TUIR.
L’art. 3, comma 1, del decreto Interministeriale n. 179/2021 dispone l’adozione del PSCL entro il 31 dicembre di ogni anno da parte delle imprese e delle pubbliche amministrazioni obbligate. In fase di prima applicazione, i PSCL devono essere adottati entro 180 giorni dall’entrata in vigore del decreto stesso, quindi presumibilmente entro il 23 novembre 2021.